Disoccupazione giovanile: le ipotesi di sgravio contributivo

Disoccupazione giovanile: le ipotesi di sgravio contributivo

Disoccupazione giovanile: le ipotesi di sgravio contributivo

Disoccupazione giovanile: le ipotesi di sgravio contributivo

Proprio al fine di cercare di contrastare la disoccupazione giovanile, il Governo starebbe ipotizzando di introdurre nella prossima Legge di Stabilità, una misura di agevolazione decontributiva c.d. selettiva in favore dei datori di lavoro che assumeranno giovani, di età non superiore ai 29 anni, in cerca di occupazione.

Dal punto di vista operativo, l’agevolazione dovrebbe consentire una riduzione contributiva del 50% per un arco temporale di due / tre anni. Come correttivo, al fine di evitare che le nuove assunzioni siano meramente poste in essere con il solo fine di sostituire lavoratori già in forze, si sta, altresì, valutando l’opportunità di limitare la decontribuzione nei confronti delle imprese che da un lato, non abbiano licenziato nei sei mesi precedenti all’assunzione e, dall’altro, non effettuino licenziamenti nei sei mesi successivi.

Tale misura, seppur potenzialmente efficace nel breve periodo, rischia, di replicare quanto già accaduto in occasione dell’introduzione degli sgravi connessi all’adozione del Jobs Act. Sgravi che, come noto, non hanno fatto altro che generare dati occupazionali privi di stabilità reale che si sono ridimensionati repentinamente non appena conclusa la fase di decontribuzione.

È dunque evidente che per evitare gli errori già commessi in passato e contrastare efficacemente la disoccupazione giovanile bisognerà intervenire avviando un percorso di decontribuzione sostenibile nel lungo periodo che sia, altresì, sorretto da interventi di natura strutturale.

Percorsi di orientamento e alternanza scuola – lavoro

In particolare, dovranno necessariamente essere superate le criticità in termini di carenza di percorsi di orientamento che sappiano indirizzare i giovani verso percorsi di studi moderni e/o facoltà universitarie che siano allineate con le reali esigenze del mercato del lavoro derivanti dall’avvento dell’Industry 4.0.

Sarà, altresì, fondamentale sostenere il valore formativo dei progetti di alternanza scuola – lavoro come metodologia fondamentale nell’ambito dei percorsi di istruzione e formazione e far si che gli stessi vengano sempre di più integrati con le organizzazioni aziendali.

Con specifico riferimento alla tematica dell’istruzione, il recente rapporto “Education at a glance” dell’OCSE OCSE non fornisce dati confortanti. In Italia, infatti, la spesa per l’istruzione si attesta attorno al 4% del PIL, un rapporto nettamente inferiore rispetto alla media Ocse pari al 5,2%. Peraltro, la spesa italiana per l’istruzione è scesa di ben 7 punti percentuali rispetto al 2010. Da tali dati si può chiaramente evincere come l’Italia investa troppe poche risorse economiche nel proprio sistema formativo e, di conseguenza, lo stesso risulti poco moderno oltre che non integrato con il mondo delle imprese.

Per concludere, si ritiene che l’intervento di decontribuzione in favore dei datori di lavoro che assumeranno giovani in cerca di occupazione, potrà apportare dei benefici sostenibili nel lungo periodo solamente se il Governo adotterà, al contempo, delle misure strutturali che consentano da un lato, di modernizzare il sistema d’istruzione italiano e, dall’altro affrontino le criticità del mercato del lavoro italiano in termini di costo del lavoro, burocrazia e stratificazione normativa.